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Adattamento italiano di: Chronicles of Conflict: the History of Adobe vs. Apple

Se non si conoscono tutti i retroscena si potrebbe pensare che tutto il putiferio scatenatosi nella guerra tra Apple contro Adobe sia esploso dal nulla, magari perché Steve Jobs si è svegliato una mattina con la luna storta e ha deciso per questo di prendersela con Adobe.

Per tutti quelli che invece immaginano che ci possa essere qualcosa di più, sarà necessario fare un piccolo viaggio a ritroso nel tempo ripercorrendo la storia dell’informatica per dipanare il mistero.

La Genesi secondo Adobe

In principio vi erano i monitor scuri come la notte illuminati solo da fosfori verdi, poi PARC Xerox creò il computer con interfaccia grafica. Il mondo del personal computer era ancora una terra informe e deserta e le tenebre avvolgevano i principi dello sviluppo software. Poi i soldi di Xerox smossero le acque dell’innovazione e PARC disse: “Ci siano le icone e le finestre ed Ethernet e SmallTalk con lo sviluppo a oggetti”. E così, nacque la prima workstation da 15.000 dollari, e Xerox vide “Alto”, e decise che era cosa buona.

E poi Steve Jobs vide “Alto”, e convinse Xerox a investire un milione di dollari in Apple. E Jobs disse che Apple avrebbe commercializzato la tecnologia Xerox, rendendo quest'ultima ricca grazie al suo investimento.

E così Apple creò il Macintosh, e Macintosh attirò ingegneri Xerox in Apple che si unirono per lavorare insieme su prodotti che potevano realmente trasformarsi in qualcosa di utile e che potevano effettivamente essere venduti nel mondo reale e non rimanere solo un esperimento nei laboratori PARC.

E poi Apple rilasciò Macintosh al popolo, e non era del tutto chiaro ciò che la gente normale poteva fare con il nuovo computer grafico. E poi Steve Jobs vide il PostScript, un linguaggio creato da ingegneri che avevano lasciato PARC Xerox per formare “Adobe Systems”.

E Jobs disse: "Ascoltate! Si deve prendere il PostScript e renderlo il linguaggio delle stampanti laser, in modo che le persone comuni possano creare della grafica meravigliosa ad alta risoluzione, fatta con un Macintosh".

E così PostScript venne concesso in licenza ad Apple e Apple vendette la LaserWriter, la prima stampante con un linguaggio sofisticato per riprodurre l’arte tipografica e la grafica, e quindi in verità il Macintosh e la LaserWriter portarono il “desktop publishing” e il mondo osservava e vide che era cosa buona e Macintosh godé della sua prima killer-application.

E il popolo si rallegrò.

E poi Steve Jobs lasciò Apple per formare NeXT e Adobe le concesse in licenza il PostScript come linguaggio per tutto il desktop grafico, in modo che l'utente potesse vedere sullo schermo lo stesso identico risultato che veniva stampato su carta, e fu “Display PostScript” ed era cosa buona.

L’esodo dalla schiavitù di Adobe

E il denaro scorreva nel desktop publishing. E Adobe iniziò a vendere i font PostScript Type 1 ai professionisti che usavano Macintosh a prezzi esorbitanti guadagnando sia da font Type 1 che dalle royalty per il suo linguaggio PostScript.

E l’approvazione per Apple iniziò a diminuire a causa dell’avidità di Adobe, e così Apple visitò Microsoft negli ultimi anni '80 e propose “TrueType”, un formato alternativo al costoso font Adobe e Microsoft acquistò “TrueImage” e propose ad Apple di concederle in licenza il suo linguaggio fotocopia di PostScript come alternativa al vero PostScript.

E Adobe ebbe un oscuro presagio e pregò Apple di non lasciarla e Apple decise di mantenere le licenze PostScript per le sue stampanti laser, ma sia il sistema Mac che Windows iniziarono a utilizzare gli economici font TrueType di Apple che divennero così accessibili anche ai comuni mortali. E infine “TrueType” generò “OpenType” e mai più nessuno avrebbe pagato ancora ingenti somme di denaro per un font Type 1 di Adobe.

Non avrai altro computer all'infuori di me

E Adobe creò Illustrator per disegnare su Macintosh nel 1987, e poi acquistò Photoshop per lavorare con le foto su Macintosh nel 1990, e poi creò Premiere per i filmati sempre su Macintosh nel 1991. E nel 1994 si fuse con Aldus per acquisire PageMaker per il desktop publishing e After Effects per la grafica animata su Macintosh. Nel 1995, Adobe acquistò Frame per ottenere FrameMaker per Macintosh.

E Adobe iniziò a notare che Windows veniva venduto a un gran numero di produttori di PC e fu diabolicamente tentata dall’immensa mole dei suoi acquirenti, e commise peccato contro Apple, che era stata artefice della sua nascita e della sua ricchezza. E cominciò ad avere rapporti con Windows e perse interesse nel Macintosh e convinse la sua base di utenti a passare a Windows perché era pronto e buono per l'uso.

E Apple supplicò Adobe di utilizzare le sue nuove tecnologie, dicendo: "Ecco! Abbiamo creato QuickDraw GX per gestire grafica complessa e stampa, e QuickDraw 3D per la modellazione, e PowerTalk per la messaggistica!!".

E Adobe ignorò Apple e derise la sua situazione e Apple pianse amaramente e la sua tabella di marcia del futuro sistema operativo crollò. E Apple andò alla ricerca di una nuova strategia per scongiurare la fine dei giorni, e arrivò Steve Jobs e il suo “NeXT”, e Apple disse: "Devi essere il nostro salvatore" e Jobs a malincuore accettò di vendere NeXT ad Apple e vide ciò che l'azienda avrebbe potuto fare con esso.

E poi Jobs si emozionò nel vedere quello che sarebbe potuto accadere, e usurpò la direzione di Apple, e Adobe vide il nuovo software erede di NeXT. E Adobe disse in verità: "Pagateci 30 pezzi d'argento per farci sviluppare le nostre applicazioni per il vostro nuovo sistema operativo (Mac OS X)". E Adobe pretese in cambio enormi royalties per la tecnologia “Display PostScript”.

E Jobs portò il suo sistema operativo a Macromedia prima e Microsoft poi, e tutti si fecero beffe di lui all'idea di portare le loro applicazioni sul nuovo sistema operativo, quindi Apple fu costretta a ricominciare a sviluppare delle nuove API chiamate “Carbon” per consentire al loro vecchio codice di lavorare sul nuovo Mac OS X. E Apple rimosse “Display PostScript” e creò un nuovo sistema di visualizzazione basato su PDF, che Adobe aveva rilasciato come specifica standard e aperta.

E così Apple non fu costretta a pagare royalties per la visualizzazione del PostScript Adobe.

E Jobs ritornò agli sviluppatori dopo aver lavorato su Mac OS X per cinque anni e disse: "Ecco, abbiamo creato tutto quello che avete chiesto, e il vecchio codice funziona in modo nativo con qualche semplice modifica e guardate! Lo abbiamo fatto noi stessi con il Finder".

E, nel 2001, Macromedia generò un Freehand “carbonizzato” e Microsoft il suo Office carbonizzato. Ma Adobe restò con le mani in mano e si rifiutò di carbonizzare la maggior parte delle sue applicazioni per diversi anni.

E, nel 2002, Adobe rilasciò InDesign per Mac OS X prima di QuarkXPress. Adobe carbonizzò AfterEffects e GoLive, ma non Acrobat, Photoshop, Illustrator fino alla fine del 2003 come parti integrate della Creative Suite.  Nel 2003 Adobe cancellò Premiere e FrameMaker per Mac e concentrò tutti i suoi sforzi di sviluppo su Windows. Nel 2005 Adobe fece un sacco di soldi vendendo agli utenti Mac la Creative Suite CS2.

E, nel 2005, Adobe acquistò Macromedia. E quello stesso anno Apple disse: “Ecco, abbiamo portato Mac OS X per Intel, e noi in verità migreremo il Macintosh a Intel nel 2006".  E Adobe salì sul palco con Apple e disse: “Questa è cosa buona”. E poi, per un anno, Adobe disse che avrebbe aggiornato la Creative Suite 2 per girare nativamente sui Mac Intel. E poi, nella primavera del 2007, Adobe comunicò a sorpresa la Creative Suite 3 come Universal Binary per Intel. E Apple rimase molto seccata.

Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te

E Adobe cambiò le sue risorse per Flash di Macromedia e designò un team di sviluppo di quattro dipendenti a tempo pieno per mantenere lo sviluppo della versione Windows di Flash Player. Per la versione Mac, incaricò un solo dipendente part-time che non era certo un esperto su Mac. E così Flash Player per Mac continuò a essere instabile e la causa numero uno dei crash di sistema per Mac OS X, sparando regolarmente l’utilizzo delle CPU al 100%. E la gente biasimò Apple per questo ed Apple rimase molto seccata.

E fonti all'interno di Apple riportarono che chiunque avesse scritto il codice aveva fatto degli errori da principiante. E finalmente trovarono una soluzione in appena un paio di mesi, dopo anni che gli ingegneri Apple spiegavano loro come agire per sistemare il problema.

E Flash per Mac fu così terribile che Apple si vide costretta a sviluppare un meccanismo per isolare il plugin di Safari in Snow Leopard in modo che quando questo fosse andato in crash non avrebbe arrecato danni a Safari.

E Adobe non se ne curò, perché Flash Player era gratuito e prevedeva di guadagnare denaro dagli utenti Windows e di sfruttare semplicemente gli utenti Mac per vendergli una versione non del tutto completa, buggata e a caro prezzo della sua Creative Suite a cadenze regolari, proprio come Microsoft faceva con la sua suite di Office.

Non desiderare il telefono altrui

E, nel 2007, Adobe notò che Apple aveva generato l'iPhone, che era avvenente e di piacevole aspetto. E desiderò avere Flash su iPhone, perché voleva che la sua alternativa all’HTML si diffondesse sull'intera Terra.

E Apple disse: “No, la versione desktop di Flash è troppo instabile e pesante e la tua versione di Flash Lite non è abbastanza buona da soddisfare quello che gli utenti si aspettano da essa”. E Adobe disse al popolo che Flash per iPhone era cosa prossima e che stava lavorando con Apple, ma questo non era affatto vero. E la gente aspettava fiduciosa.

E poi gli utenti iPhone iniziarono a dimenticare Flash e a consumare più della metà del traffico web mobile della Terra, e Adobe iniziò a farsi prendere dal panico perché bramava i guadagni sulle licenze per Flash mobile. E Adobe si coprì con una foglia di fico imbarazzata per se stessa dopo aver riconosciuto la sua nudità e Steve Jobs bandì Adobe dal Paradiso di iPhone.

E Adobe pianse amaramente e le sue giornate erano frustranti e le sue notti erano piene di incubi e il frutto delle sue mani rendeva poco dato che Flash Player per cellulari girava solo su Android e webOS e qualche fumoso prodotto che Microsoft prevedeva di rilasciare in futuro.

E Apple disse: “No, Flash non potrà mai funzionare su iPhone perché noi non vogliamo più essere schiavi su una nostra piattaforma, per cui abbiamo lavorato con i partner del W3C per lo sviluppo di HTML5 come un modo di distribuzione di contenuti interattivi, e non abbiamo più bisogno di Flash”.

E Adobe maledisse Apple e Steve Jobs e fece grande rumore e digrignò i denti e si strappò i suoi abiti cospargendosi il capo di cenere. Ma Steve Jobs non ascoltò.

E così Adobe disse che si doveva costruire una torre altissima dritta verso il Paradiso e che il suo Flash CS5 poteva creare un esercito di giochi in Flash per l’App Store di Apple e la Creative Suite 5 si sarebbe presa gioco di Steve Jobs e del suo rifiuto di licenziare Flash Player.

E Steve Jobs guardò dall'alto in basso la torre di Babele e confuse loro le lingue con la sezione 3.3.1 dell’SDK e l'interesse per Flash Professional CS5 sparì nella confusione che si era creata.

La rivelazione di Adobe

Quando Adobe aprì uno dei sette sigilli vide i quattro cavalieri dell'Apocalisse che salivano dal mare. Il primo cavallo era bianco. Colui che lo cavalcava era Steve Jobs; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.

Il secondo cavallo, rosso, era stato dato ad iPhone per togliere quote di mercato agli altri smartphone e causare una guerra tra i costruttori di telefoni affinché cadessero a fil di spada.

E poi ancora Adobe vide e osservò, un cavallo nero, il terzo. E colui che sedeva su di esso aveva un iPod touch; e una corona gli fu data e lui avanzò vittorioso per conquistare la riproduzione della musica con iTunes.

Adobe guardò ancora e vide un quarto cavallo, pallido; e colui che lo cavalcava si chiamava “iPad”, e gli esperti lo chiamavano “Morte”. E l'inferno lo seguiva. E il potere gli fu dato e con la fame e con la morte per i netbook e per uccidere con la spada tutti i tablet.

E Adobe vide che nessuno dei cavalieri utilizzava Flash!

E il sole divenne nero come un sacco di crine, e la luna divenne come il sangue. E Adobe spaventata urlò! – “...era crollata la casa, c'è stato un terremoto, una tremenda inondazione, LE CAVALLETTE! non è stata colpa mia! Lo giuro su Steve!!" (cit.)

Quando arriverà il grande giorno della collera, chi potrà resistere?



E Adobe si svegliò spaventata dalla sua visione di terrore, e si accorse che i suoi giorni di monopolio sul web con i contenuti in Flash erano finiti. E Adobe iniziò a creare nuove applicazioni per iPhone, per iPod touch e per iPad, e iniziò il porting della sua Creative Suite in Cocoa, come Steve Jobs aveva chiesto di fare dieci anni prima. E Adobe continuò a sviluppare Lightroom e ottenne profitti per i suoi sforzi.

E poi, Adobe iniziò a costruire strumenti di sviluppo per HTML5, a prezzi ragionevoli, multi-piattaforma e il popolo si rallegrò e la morte di Adobe venne risparmiata e visse comodamente per molti giorni accanto ad Apple.

E Steve Jobs ringrazio Adobe e Adobe disse: “No, grazie a te!”. E tutti vissero felici e contenti.