Non accade tutti i giorni che tre colossi dell'informatica, o meglio del web, si muovano di comune accordo per presentare quella che potrebbe essere forse la maggiore rivoluzione del web dalla sua nascita ai nostri giorni. I tre giganti dei motori di ricerca, Google, Bing e Yahoo, lo scorso 2 giugno hanno infatti lanciato il progetto Schema.org.
Ecco perché, nonostante la notizia in Italia sia passata piuttosto in sordina, sono state fondate le basi per il futuro Web 3.0.
Il progetto "Schema.org" in termini tecnici è un modello standard di markup semantico dei siti web. In poche parole significa che nel momento in cui un sito internet adotti il modello di Schema.org, questo sarà in grado di trasmettere ai motori di ricerca un enorme numero di informazioni, molto più precise e dettagliate di quanto non faccia attualmente.
Quale tipo di informazioni? Facciamo un esempio:
The Blues Brothers (Commedia)
Regista: John Landis (nato il 3 agosto, 1950)
Guarda il Trailer
Oggi se un sito internet riporta, ad esempio, i dati di un film famoso i motori di ricerca analizzano il contenuto del testo delle sue pagine e registreranno una serie di parole (The, Agosto, Brothers, 1950, Blues, John, Trailer, Landis, nato, etc…) senza però capirne effettivamente il significato e le relazioni.
Possiamo interrogare i motori di ricerca chiedendo di "The Blues Brothers" o di "John Landis" e ci verrà riportata la pagina contenente quello che stiamo cercando, ma non possiamo fare a Google una domanda diretta come: "chi è il regista di The Blues Brothers?" e aspettarci una risposta coerente nella maggior parte dei casi.
Sullo stesso sito internet, le stesse informazioni, se si adotta il modello semantico di Schema.org, invece daranno modo di capire effettivamente ai motori di ricerca che stiamo parlando di The Blues Brothers, un film del genere Commedia, che il suo regista è John Landis (nato nel 1950) e che esiste un link al suo trailer.
Questo significa che un domani potremo chiedere al motore di ricerca quale sia il regista di The Blues Brothers e ricevere come risposta: "John Landis" con un link al nostro sito per approfondire la questione.
Tutto qui? Sì, si tratta di informazioni che le macchine possono capire e catalogare. Adesso immaginate di poter porre diverse domande ai motori di ricerca come: "Qual è il consumo elettrico della lavatrice XY?" oppure: "Quanto è lungo quel modello di automobile? Che consumi ha?".
Le risposte che otterremo saranno molto vicine a quelle che darebbe un essere umano e in effetti il web risponderà come una sorta di grande "intelligenza artificiale".
Un sito di e-commerce non presenterà più una serie di prodotti "anonimi" ai motori di ricerca, ma sarà in grado di far identificare in maniera univoca i prodotti, associando: brand, costruttore, caratteristiche tecniche, recensioni e tutta una nuova serie di dati e attributi che oggi sfuggono alla catalogazione.
Se un domani cercassimo in rete informazioni su una macchina fotografica "Nikon D90" non ci verrebbero presentate per errore schede tecniche di altre fotocamere Nikon e così via. Al contrario Google, ad esempio, potrebbe arricchire ulteriormente la ricerca fornendoci informazioni addizionali su quello stesso prodotto attingendo da siti diversi.
Non solo prodotti però: la ricerca si estenderà anche a persone, luoghi, eventi, aziende, opere d'arte, etc…
Anche il noto Wolfram|Alpha, un motore di ricerca intelligente che propone direttamente una risposta invece che offrire una lista di collegamenti ad altri siti web, si avvantaggerà enormemente di questa rivoluzione.
Dai siti web agli smartphone, l'intelligenza artificiale al potere
Tutte queste informazioni non sarebbero solo a disposizione dei motori di ricerca classici come Google, ma entrerebbero a far parte dell'intelligenza di altri dispositivi come ad esempio gli smartphone.
Ci sono già servizi sperimentali di "intelligenza artificiale" nei nostri smartphone. Siri su iPhone 4s di Apple (che tra l'altro si avvantaggia del già citato Wolfram|Alpha) è sicuramente il capostipite di queste nuove A.I. divenute mainstream, ma anche Google sta cercando di arrivare sul mercato con un sistema analogo per il suo Android.
Si parla infatti di "Alfred" un progetto di Clever Sense recentemente acquistato da Google o di "Majel", nome in codice che deriva dal nome dell'attrice americana che impersonava "la voce" del computer della Federazione nella serie televisiva di "Star Trek". In entrambi i casi sono tentativi di competere con l'intelligenza artificiale di Siri su iPhone 4s.
Naturalmente non sono mancate polemiche su questioni relative all'implementazione tecnica di Schema.org (microdata, microformats, RDFa) o alle implicazioni che riguarderanno la nostra privacy in rete o critiche sulla poca documentazione disponibile e sull'effettiva volontà degli attori (Google, Bing, Yahoo!) di voler fare realmente sul serio riguardo al progetto.
Il cambiamento però è epocale, l’ultima volta che si è registrato un accordo unanime tra i motori di ricerca è stata con la dichiarazione delle sitemap.xml, nel 2006. Una maniera condivisa di segnalare tutte le pagine presenti in un sito internet, un grande passo avanti per chi si occupa dello sviluppo di siti web.
L'evoluzione del web: rimanere competitivi
C'è anche un lato poco piacevole che bisognerà tenere ben presente: sfide cognitive come queste e il fatto di vedere i siti internet non più solo come pagine ma come dati provocano innovazioni che a volte possono essere anche potenzialmente distruttive.
Se i motori di ricerca diventano fornitori di risposte impressions e click cambieranno profondamente grazie all'aumentata trasparenza delle informazioni. Advertising, intermediari delle informazioni e SERP subiranno mutamenti notevoli.
Il web evolve in maniera non del tutto prevedibile, è un ecosistema e, a seconda del contesto in cui si opera, se non ci adegua alla svelta, si può rischiare di sparire dalla faccia dei motori di ricerca.
Ecco perché è importante per un'azienda implementare da subito la tecnologia offerta da Schema.org, anche se i reali benefici si manifesteranno meglio con il passare del tempo.
D'altronde evolvere e assicurarsi di essere davanti ai propri competitor è sempre una cosa positiva oltre che una legge di natura per la sopravvivenza.